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L' identità e le idee, i valori e i progetti della Sinistra Europea nel II Municipio di Roma

La Sinistra e il totem dell’unitarietà decisionista secondo il Corsera.

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Nel nostro partito, la disciplina che consente una decisione unitaria e coerente è divenuto un totem. Come se l’intera identità della Sinistra di governo fosse il decidere uniti su tutto.
Certo, è ben auspicabile che ciò avvenga nel quadro di politiche ben sostenute e condivise, anzi emerse dal basso verso la Segreteria – perché è così che fa la Sinistra, non cala dall’alto le valutazioni individuali di pochi esigendo obbedienza cieca da tutti al basso: quella è la Destra!
Ma di tali politiche, economiche o sociali, non si vede nemmeno l’ombra o l’efficacia che dir si voglia. Sono solo “comunicazione” ossia tweet, dichiarazioni a mezzo stampa, radio, talk show, comparsate etc. Non esiste nulla nel diretto beneficio dei votanti la Sinistra che poggi possa palesare la indiscutibile unità necessaria di decisioni governative.
Perché la Sinistra ha perso ormai un milione di voti, in larga parte andati all’astensione, e l’ossessione di governare anche le idee opposte alla Destra è il mantra che ripete compulsivamente.
Insomma, se il Segretario vira a destra, non puoi più rimanere nemmeno a Sinistra.
Se il Segretario raccoglie fondi “ad personam” in una manifestazione politica e non li versa al partito di cui è segretario e per conto del quale governa, non puoi richiamarlo al l’etica di sinistra o allo Statuto.
Se il Segretario tratta per la nomina del Presidente della Repubblica selezionando un nome espresso dalla Destra, non puoi ricordargli che lui (non da solo..) ha fatto fallire l’elezione di un Presidente espresso dalla Sinistra. E che ha fatto lega con la Destra in quella circostanza nota come “la rivolta dei 101”.
Si potrebbe ancora continuare col cahier de doleances.
Ma val la pena invece affrontare il suo rapporto coi media, specie quelli espressione del gra de capitale privato, che storicamente sono contro la Sinistra, per dirimere ogni dubbio riguardo alla piena legittimazione partitica del voto dei 30 deputati che non hanno dato il proprio assenso al cd Jobs Act perché inconsistente con la realtà, con il mandato politico ricevuto alle scorse elezioni – e forse anche inconsistente con la lingua inglese, a dirla tutta-.

Marco Pacciotti fa acutamente notare la qualità della materia del discutere oggi sul Corriere della Sera, editore RCS in mano anche alla famiglia Elkann/Agnelli così come lo è La Stampa.
“Oggi uno dei più importanti editorialisti del Corriere della Sera si prende la briga di “sbertucciare” con livore sospetto quanti nel PD hanno deciso di non votare il Jobs Act. Lo fa con una certa volgarità ideologica e lessicale, vestendo i panni di chi si preoccupa del Paese e di cosa dovrebbe essere una sinistra di governo. Ma se l’accusa di nullismo che egli muove fosse corretta, non si spiegherebbe tutta questa “attenzione” da parte sua e di una testata che storicamente non si è mai incaricata di dare la linea politica alle sinistre degli ultimi 60 anni, anzi quasi sempre contrastandole con chiarezza e con argomentazioni ben più consistenti di quelle proposte oggi. Ecco questo è il punto forse. Per il Corriere e chi esso rappresenta nel paese è insopportabile che ci siano segnali da sinistra, ancor più se organizzata, pensante e non ideologica…esattamente il contrario di come viene rappresentata con un articolo che dileggia senza spiegare e piena di errori anche nella ricostruzione dei fatti.
Insomma c’è tanto da fare e va fatto con umiltà, metodo e volontà di confronto nel merito, ma è evidente che così come si sta procedendo, anche leggendo il Corsera di oggi, è la direzione giusta.”

La costante assenza di confronti nel merito a tutti i livelli del partito ha prodotto un partito-mostro dove si decidono le politiche nazionali importanti non con la consultazione della base, come da Statuto, ma con le riunioni segrete e le direzioni spicciole, per banale alzata di mano sul se si o no rapido come mai nemmeno in un condominio.
Da questo stile non solo non è ricevibile un appunto sulla materia dello Statuto, visto che lo disattende puntualmente, ma è anzi raccomandabile una ampia mobilitazione dei circoli e dei militanti (non i votanti primari della domenica…) che riporti il partito nelle mani degli iscritti.
È questa, non altra, l’identità della Sinistra.

(A. Romano, cit. M. Pacciotti)

2 commenti su “La Sinistra e il totem dell’unitarietà decisionista secondo il Corsera.

  1. Luciano vacca
    28 novembre 2014

    Ed ora che si puo’fare?

    • PD Roma 2
      29 novembre 2014

      Innanzitutto, resistere.
      La resistenza è la premessa implicita e ineliminabile della nostra democrazia. Senza di essa, si precipita in un baratro di accidenti e fatali contraddizioni.

      Su questa base, conviene a tutti noi ragionare e, soprattutto, far rete tra noi poiché, se abbiamo davvero imparato qualcosa da questi venti anni di infiltrazione massimalista e avida, è quando non siamo coesi e forti come un corpo sano allora i virus ci infettano e prendono possesso di tutto il nostro corpo.

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Questa voce è stata pubblicata il 27 novembre 2014 da in Assemblea Nazionale, Formazione politica, Forum PD, Partito Democratico, PD Roma con tag , , , .

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